Il Disegno di legge Governativo “SalvaMare” è diventato legge. Era stato un impegno solenne preso da Sergio Costa, ultimo ministro del trasformato Ministero dell‘ambiente e della tutela del territorio e del mare, ora divenuto Ministero della Transizione Ecologica, che non è proprio la stessa cosa e non identifica lo stesso “progetto”, ma questo è tutt’altro argomento.
L’impegno del ministro Costa scaturiva da una situazione paradossale che impediva ai pescatori di trasportare a terra i rifiuti, raccolti dalle reti durante le operazioni di pesca, contribuendo in questo modo a ripulire il mare dai milioni di tonnellate di immondizia di ogni genere. Mari e oceani sono infatti dei depositi incontrollati di rifiuti, che arrivano in acqua per mille ragioni, tutte legate alle attività antropiche dal turismo alla pesca, dall’abbandono incontrollato alla navigazione. Materiale che oltre a costituire le famose isole di plastica, che coprono tantissimi chilometri quadrati, contribuisce in modo importante a inquinare il mare, dando vita alle microplastiche, ma anche a renderlo pericoloso per gli animali che vi abitano. Che possono ingerire sacchetti di plastica scambiandoli per calamari o restare impigliati nelle reti da pesca che si sono strappate rimanendo sui fondali.
Tutti questi rifiuti ogni giorno vengono raccolti dai pescatori nelle loro reti, rappresentando attualmente, in termini di peso, una parte rilevante del contenuto della rete issata dai pescherecci dopo ogni singola calata. Prima dell’approvazione definitiva di questa legge i pescatori, se non volevano rischiare multe, ma anche di dover pagare per smaltire i rifiuti erano, di fatto, costretti a ributtarli in acqua. Mentre da ora in avanti il trasporto a terra dei rifiuti non solo sarà consentito a ogni imbarcazione, che potrà conferire i rifiuti “pescati” a punti di raccolta che saranno presenti in ogni porto, ma consentirà agli equipaggi più attenti e operativi, nella raccolta dei rifiuti, di essere premiati per la loro attività di pulizia.
L’ex ministro Costa, che si era tanto speso per questa legge a tutela del mare ha espresso grande soddisfazione attraverso la sua pagina Facebook, sulla quale è sempre molto attivo: «Sono felicissimo, emozionato e commosso: dopo quasi 4 anni da quell’estate 2018, quando scrissi il Disegno di legge Governativo “SalvaMare”, oggi è diventato legge. La perseveranza, la testardaggine, la voglia, la passione, con un pizzico di pazzia parlamentare, hanno trasformato un’idea in una legge che fa bene al mare e all’Italia».
Ora la cosa più importante è che si renda concreta la parte operativa che riguarda il conferimento dei rifiuti nei porti e che si pubblicizzi il contenuto di questa norma, che rende possibile la consegna e il successivo smaltimento controllato dei rifiuti a chiunque li rinvenga in acqua, consentendo di contribuire in modo concreto e fattivo ad azioni di tutela del nostro mare, dove vivono specie che ogni giorno sono messi in pericolo dalla presenza dei rifiuti abbandonati, come tartarughe, delfini, capodogli e balene.
Questa legge non riguarda solo il mare, ma anche laghi e fiumi e la previsione di mettere in atto non soltanto la raccolta dei rifiuti anche nelle acque dolci, ma la creazione di sbarramenti che intercettino i rifiuti prima di arrivare in mare. Consentendo anche in questo modo di diminuire l’inquinamento del sesto continente, quello formato da mari e oceani che rappresentano ambienti indispensabili per la vita del pianeta. Naturalmente questa legge ha ricevuto l’approvazione di tutte le associazioni di tutela ambientale, a partire da Marevivo, che da anni si batte per far arrivare al traguardo questo provvedimento.
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