Sviluppo sostenibile Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.
L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.
Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030 Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.
Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
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Nel corso dell'ultimo ASviS Live, l’Alleanza ha presentato un primo bilancio della coerenza dei programmi elettorali con il suo decalogo di proposte. Tra le tematiche più condivise rinnovabili e riduzione delle disuguaglianze. 12/9/22
Il 10 agosto l’ASviS ha pubblicato il decalogo “Dieci idee per un’Italia sostenibile”, che riunisce una serie di azioni che l’Alleanza ha proposto di sottoscrivere alle forze politiche – aperto anche alle firme della società civile -, affinché lo sviluppo sostenibile venga inserito nei programmi elettorali e nelle direttive del futuro governo. A distanza di un mese, e all’avvicinarsi delle elezioni, risulta importante capire quanto i temi chiave individuati dall’ASviS per un’Italia sostenibile e le relative proposte siano presenti all’interno dei programmi elettorali dei partiti che andranno alle urne il 25 settembre. L’analisi ha offerto un primo elemento di valutazione in vista dell’incontro con i partiti, organizzato dall’ASviS il 12 settembre alle 15.00, in cui sono state illustrate le proposte e raccolte in diretta le reazioni dei partiti e movimenti politici. Anche su “Alta sostenibilità”, la trasmissione dell’ASviS in onda ogni lunedì su Radio Radicale, i partiti sono interrogati nel corso di tre puntate (5, 12 e 19 settembre) sulla loro idea di futuro sostenibile del Paese.
Partiamo dal primo punto del decalogo, che riguarda la coerenza delle politiche del Paese per lo sviluppo sostenibile. L’ASviS richiede a questo proposito di garantire l’effettiva applicazione dei principi costituzionali (seguendo anche la recente modifica dell’art. 9 della Costituzione), indirizzare gli investimenti pubblici coerentemente con l’Agenda 2030 delle Nazioni unite, assicurare l’attuazione della Nuova strategia nazionale di sviluppo sostenibile e garantire l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Sul secondo punto del decalogo, ovvero la creazione di un Istituto pubblico di studi sul futuro, con il compito di analizzare gli scenari e individuare i rischi, come già avviene in altri Paesi, per evitare di arrivare impreparati a futuri shock sistemici e per disegnare politiche pubbliche in modo utile per le prossime generazioni, le risposte dei partiti sono arrivate attraverso il sito Green and Blue, che ha riassunto una serie di richieste formulate alle forze politiche da diverse associazioni, tra cui la seconda proposta del decalogo ASviS, riassunta in: Che ne pensate di realizzare un istituto pubblico dedicato al Futuro per aiutare i giovani?
Queste le risposte dei leader dei partiti:
Il terzo punto del decalogo, dedicato alle tematiche di Giustizia, trasparenza e responsabilità, domanda alle parti politiche di consolidare le riforme avviate per un sistema giudiziario equo ed efficiente, promuovere una cultura della rendicontazione degli impatti sociali e ambientali per le pubbliche amministrazioni, istituire un Bilancio di sostenibilità del sistema Paese e rendere obbligatoria la Valutazione ambientale strategica (Vas) per i provvedimenti legislativi.
Il quarto punto del decalogo riguarda la formazione di un “Parlamento sostenibile”. L’ASviS richiede perciò di integrare lo sviluppo sostenibile nella ricomposizione delle Commissioni parlamentari, creando un intergruppo dedicato in entrambi i rami del parlamento. La proposta non ha trovato riscontro nei programmi elettorali dei partiti.
Il quinto punto del decalogo, “Rendere più sostenibili ed equi i territori”, richiede nello specifico l’articolazione di un sistema multilivello di strategie e agende territoriali per lo sviluppo sostenibile, assicurando la piena operatività del Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu) e approvando la legge (già predisposta dal Senato) sulla rigenerazione urbana, finalizzata all’arresto del consumo di suolo.
Il sesto punto del decalogo riguarda la giusta transizione ecologica, che per l’ASviS vuol dire primariamente impegnarsi a rispettare l’obiettivo europeo di riduzione di almeno il 55% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030. In secondo luogo, l’Alleanza ritiene necessario aggiornare rapidamente il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), considerando la necessità di eliminare i Sussidi ambientalmente dannosi (Sad). È importante semplificare i processi autorizzativi per nuovi impianti di produzione di energie rinnovabili e approvare e attuare il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc). Infine, l’ASviS sottolinea l’importanza di adottare un piano per il ripristino degli ecosistemi terrestri e marini e il contrasto al dissesto idrogeologico, come di promuovere l’adozione di modelli di produzione e consumo circolari.
Il punto 7 del decalogo ASviS riguarda invece la riduzione di tutte le disuguaglianze. Questo passaggio include: garantire l’effettiva parità di genere nelle politiche e nell’allocazione delle risorse economiche, nonché l’empowerment femminile nei contesti d’impresa e nella pubblica amministrazione; valutare l’impatto generazionale delle politiche, introducendo uno strumento di verifica (come lo Youth Check, attivo in Austria e Germania); creare un piano di lavoro per i giovani, inquadrato in un patto per l’occupazione giovanile, e potenziare l’offerta formativa; prevedere maggiori forme di partecipazione giovanile nelle politiche pubbliche; eliminare le disuguaglianze territoriali, valorizzando il ruolo del Sud; considerare la transizione digitale come un fattore abilitante per accelerare la risposta alle sfide sociali e ambientali del nostro tempo.
Sul punto 8 del decalogo, “Non lasciare nessuno indietro”, l’ASviS richiede ai partiti di contrastare la crescente povertà dei redditi, migliorando la gestione del Reddito di Cittadinanza (Rdc), nonché riformare complessivamente l’esistente sistema di welfare, garantendo l’accesso ai servizi e la copertura alle fasce della popolazione attualmente escluse, in linea con gli obiettivi espressi nel Pilastro europeo dei diritti sociali. L’Alleanza ritiene inoltre centrale migliorare la qualità dell’istruzione.
Nel punto 9 del decalogo, l’ASviS propone un approccio integrato alla salute. A questo fine, si ritiene importante strutturare un approccio “One Health” (principio di salute eco-integrata, che considera tutti i fattori con impatto diretto o indiretto sulla salute e sul benessere umano, ambientale e animale), favorire l’integrazione delle scienze ambientali ed ecologiche con la medicina, rafforzare la capacità di prevenzione e resilienza del Paese di fronte alle crisi sanitarie, nel rispetto del valore universale della sanità pubblica, sostenere la cooperazione internazionale e l’uso corretto delle strumentazioni tecnologiche disponibili per il monitoraggio epidemiologico, la prevenzione e l'intervento tempestivo nelle crisi.
Ultimo punto del decalogo riguarda il principio di garantire diritti e pace, rafforzare la cooperazione e la democrazia. Per raggiungerlo, dice l’ASviS, bisogna garantire la tutela dei diritti inalienabili e di cittadinanza con politiche di inclusione e integrazione sociale (sanzionando ogni tipo di discriminazione coerentemente con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea), adottare politiche di lungo termine per affrontare la crescente denatalità e definire il ruolo dell’immigrazione nel futuro demografico italiano, impegnarsi per un effettivo multilateralismo come modalità di interlocuzione tra i Paesi orientato al rispetto del diritto internazionale, garantendo il raggiungimento della quota dello 0,7% del Reddito nazionale lordo (Rnl) per l’Aiuto pubblico allo sviluppo.