“Qualcuno mi dice che alcune sostanze nell'olio non sono compatibili con la plastica del bag” si preoccupa Daphne Alberts. La scelta del materiale del sacchetto del bag in box è fondamentale ma il vero scoglio è rappresentato dall'immaginario del consumatore
sono un piccolo produttore di olio d'oliva in comune di Vinci.
Ho notato un aumento di aziende che offrono bag in box per confezionare olio d'oliva. La logica mi dice che può essere una buona idea (no ossigeno, no luce) ma qualcuno mi dice che alcune sostanze nell'olio non sono compatibili con la plastica del 'bag'.
Vorrei il vostro parere sul confezionamento di olio extra vergine di qualità in bag in box.
Daphne Alberts Az agr. Podere le Tortore
bag in box sì o bag in box no per l'olio extra vergine d'oliva?
Ovviamente non esiste una sola risposta alla sua domanda.
Prima di tutto, il bag in box è costituito da un sacchetto in materiale plastico, dotato di rubinetto di spillatura, racchiuso in un box di cartone. Il rubinetto di spillatura e il sacchetto che collassa su se stesso garantiscono il sottovuoto. I sacchetti, inoltre, sono spesso a bassa permeabilità all'ossigeno. Il sacchetto in questione inoltre può essere trasparente ma anche colorato, così da impedire anche che la luce possa danneggiare il prodotto. La confezione del bag in box è facilmente e completamente riciclabile. Sacchetto e rubinetto vanno nelle plastiche e il cartone nella carta.
Il bag in box, sulla base di queste caratteristiche, è un ottimo contenitore per l'olio extra vergine.
Veniamo ai problemi. Alcuni sacchetti, specie quelli più economici, contengono alti tenori ftalati. Si tratta di sostanze potenzialmente cancerogene che, secondo alcune ricerche, potrebbero trasferirsi all'olio, in minime quantità. Gli ftalati, sostanze che conferiscono morbidezza alla plastica, sono necessari alla tecnologia del bag in box. Alcuni sacchetti, però, possono essere rivestiti da film a basso tasso di contaminazione, che consentono di limitare al massimo il rischio che l'olio “assorba” ftalati, come il bifenolo A, potenzialmente pericoloso per la salute.
Riguardo all'uso del bag in box per l'olio extra vergine d'oliva esiste poi un problema di immagine e tradizione. L'olio è stato per lo più venduto in latta oppure in vetro e il consumatore può essere restio ad acquistare un prodotto confezionato in maniera diversa. Il bag in box, inoltre, è spesso associato, nell'immaginario collettivo, a prodotti di scarsa qualità o comunque di fascia economica. Basti pensare al vino in bag in box. Il consumatore può dunque essere restio a dare il giusto valore al contenuto, l'olio, quanto il contenitore, il bag in box, non rispecchia i canoni di qualità ai quali è abituato.
Il bag in box è una soluzione tecnologicamente valida per la conservazione dell'olio extra vergine d'oliva, purchè si scelgano materiali di qualità e a basso tasso di contaminazione, ma si può scontrare con una certa diffidenza, specie in mercati “maturi” come quello italiano.
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