I film plastici sono pellicole prodotte mediante estrusione utilizzando materiali polimerici, rivolti a impieghi nel settore dell’imballaggio e di altri usi tecnici come agricoltura, edilizia, rivestimenti in genere ecc.
Tra le varie tipologie di polimeri utilizzati per la produzione di film, il polietilene fa la parte del leone, con un’incidenza del 73,5% sui consumi totali (considerando anche gli strati di coestrusi); segue il polipropilene con un altro 11% circa (sempre considerando anche gli strati di coestrusi).
Gli impieghi dei film plastici sono più numerosi di quanto si possa immaginare, spesso costituiti anche da “nicchie di mercato”, ma ad elevato valore aggiunto. Si fornisce di seguito un elenco esemplificativo delle varie possibilità di applicazioni:
Nella moderna serricoltura i film a base di copolimeri EVA sono particolarmente idonei per colture che abbisognano di particolare intensità della luce solare, anche in periodi stagionali critici per la bassa insolazione, consentendo così anche raccolti precoci. Il copolimero EVA permette il passaggio di una grande quantità di luce e, allo stesso tempo realizza un’efficace barriera alla radiazione solare riscaldante (IR corto) e alla radiazione che viene emanata dallo stesso terreno e dalle piante dopo averla ricevuta.
Un altro impiego interessante dei film plastici in agricoltura è nella pacciamatura, antica pratica agricola che consiste nel rivestire con film plastico la base delle colture allo scopo di eliminare la crescita di infestanti togliendo loro luce e aria e, al contempo, di proteggere la base della pianta contro l’azione battente dell’acqua piovana, contro l’aggressione del gelo in inverno, ma anche contro il calore in estate, creando un microclima umido che riduce drasticamente l’evaporazione, evitando così che le colture soffrano per siccità. Il problema della pacciamatura è che, una volta terminata la raccolta, bisogna eliminare il film plastico dal terreno, operazione che richiede tempo e danaro, oltre alla necessità di smaltire il film plastico; per questo, come concorrenti del classico film di politene, si sono già affermati polimeri biodegradabili, quali i film a base di amido termoplastico o a base di cellulosa. Come concorrenti alla pacciamatura in senso classico si sono poi sperimentate altre tecniche, che si possono far rientrare tra le biotecnologie, quali, per esempio, l’uso di vernice spray biodegradabile ottenuta da buccia di pomodoro;
Il mercato dei film plastici è stato valutato a 183,46 miliardi di dollari nel 2020 e dovrebbe raggiungere i 220,25 miliardi entro il 2026, con un CAGR del 3% nel periodo di previsione 2021-2026.
RIVISTA DELLE MATERIE PLASTICHE Periodicità: 10 NUMERI ALL'ANNO PER L'ITALIA
Plastmagazine è una testata di DBInformation Spa P.IVA 09293820156 | Centro Direzionale – Strada 4, Palazzo A, Scala 2 – 20057 Assago (MI)